Nuovo accordo sui frontalieri: un momento storico

La partecipazione alla contrattazione delle parti sociali, dei Comuni di frontiera e dei Cantoni ha fatto sì che si potesse giungere ad un Accordo più equo e rispettoso, sia dei diritti dei lavoratori che delle legittime esigenze dei governi nazionali, in confronto al progetto di Accordo parafato nel 2015.

L’Accordo firmato a dicembre entrerà in vigore presumibilmente nel 2023 dopo che i Parlamenti di entrambi i Paesi lo avranno ratificato.

I punti principali dell’Accordo sono i seguenti:

• Regime ordinario: i lavoratori frontalieri che inizieranno a lavorare in Svizzera a partire dalla data di ratifica dell’Accordo (c.d. “nuovi frontalieri”) saranno assoggettati ad imposta nel loro Paese di residenza. Nello specifico la Svizzera tratterrà dal reddito di lavoro dipendente l’imposta alla fonte nella misura dell’80% e l’Italia eliminerà la doppia imposizione attraverso la detrazione dell’imposta alla fonte pagata in Svizzera e la deduzione degli oneri sociali trattenuti in busta paga.
• Regime transitorio: i lavoratori frontalieri che hanno lavorato nei Cantoni dei Grigioni, del Ticino o del Vallese fra il 31 dicembre 2018 e la data di entrata in vigore dell’Accordo (c.d. “attuali frontalieri”) continueranno ad essere assoggettati ad imposizione esclusivamente in Svizzera.
• I Comuni di frontiera continueranno a ricevere i ristorni dalla Svizzera per tredici anni (nella misura del 40% dell’imposta alla fonte prelevata in Svizzera).
• L’Italia si impegna ad innalzare, a far data dal 2021, a Euro 10’000 la franchigia fiscale per i lavoratori frontalieri e a riconoscere la deducibilità dall’imponibile fiscale degli assegni familiari svizzeri.